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giovedì, ottobre 26, 2006

Un Precario Atipico

“Un Precario Atipico”


Lavoro in quella che mi dicono essere una “grossa Amministrazione”, il mio stipendio è un’utopia e, beh, quanto alla mia realizzazione personale, ho smesso di credere nei sogni già da qualche anno.
Ma la storia che voglio raccontare oggi è un’altra. E’ la storia di un precario, proprio come lo sono io, eppure così diverso da me, un precario, appunto, atipico.
Lui non si premura di rispettare alcun orario, né in entrata né in uscita, e non gestisce i suoi impegni in base al lavoro ma anzi svolge quest’ultimo in base ad essi.
Il precario che conosco io non è preoccupato per gli stipendi non pagati perché di fatto li percepisce puntualmente ogni mese e con un importo senz’altro superiore a quello dei suoi colleghi.
Il precario che conosco io non rilascia commenti sulle recenti questioni che pure dovrebbero investirlo ma che per qualche strano caso non lo sfiorano nemmeno.
Il precario che conosco io si batte per i propri diritti, ovvero continuare nell’inerzia della propria esistenza, protetto da chissà quali forze, e massimizzare i profitti minimizzando gli sforzi.
Il precario che conosco io conosce a sua volta altri precari ed il fatto che molti di loro verranno a giorni scaricati da questa “grande Amministrazione” non lo turba minimamente, non un segno di dispiacere, non un segno di comprensione.
Il precario che conosco io è un trasformista, a seconda delle esigenze sa travestirsi ora da amico ora da precario tipico, ma in realtà non è nessuno dei due, e mentre tutti si battono per sfamare la propria famiglia o per difendere i propri diritti, lui frenetico sfoglia riviste finanziarie alla ricerca dei migliori investimenti per quei soldi “guadagnati” con così tanto impegno.
Il precario che conosco io è assopito e non conosce il significato del termine “uomo”; si arrabatta nella sua inutile esistenza per vivere alla giornata, protetto dalla sua famiglia o, meglio dai suoi contatti, e abbandonato alla consapevolezza di essere null’altro di più;
Il precario che conosco io è una persona vuota e non parla mai di ciò che ritiene giusto ma semplicemente di ciò che ritiene possa non danneggiare né sé né i propri contatti.
Il precario che conosco io è anche una persona frustrata ed è lo stesso che troverete al Bar sottocasa attaccato ad una slot machine o, peggio, ad una bottiglia d’alcol.
Il precario che conosco io è, appunto, atipico; non è certo il solo né sarà sicuramente l’ultimo; anno dopo anno, amministrazione dopo amministrazione cresce e si fortifica; società e lavoro, oggi, sono ai suoi piedi.
Il precario che conosco io è eterno e non morrà mai.


Fonte: http://fist.forumfree.net/

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

chi è sto tizio?

26 ottobre, 2006 08:15

 

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